Dave Chappelle, classe 1973, è noto ai più come attore e come autore di sketch comici: la sua partecipazione a commedie e programmi televisivi gli regala, già dai 19 anni, una certa notorietà.
Scrittore, commediografo, presentatore e stand up comedian, Chappelle inizia la carriera giovanissimo, quando a 14 anni comincia a girare per Harlem e ad esibirsi a ogni occasione disponibile: uno dei suoi primi tentativi di farsi conoscere risale ad una partecipazione ad una serata aperta al pubblico, al teatro Apollo.
Dave sale sul palco, ma viene fatto scendere a suon di fischi: in un’intervista ammetterà che fu in quel momento che trovò il coraggio di andare avanti, migliorandosi e creando pezzi davvero memorabili.
S’ispira a Richard Pryor, di cui condivide lo stile sul palco e – addirittura – l’impostazione della voce, e anche a Eddie Murphy, che negli anni ’80 ha cominciato a spopolare sul serio.
Con i primi riscontri positivi, il suo nome inizia a circolare, Whoopi Goldberg lo soprannomina “The Kid” e Dave Chappelle arriva, nel 1993, sul grande schermo: il suo primo ruolo è quello di Eccì, nella commedia di Mel Brooks “Robing Hood – Un uomo in calzamaglia”.
Seguono altre parti più o meno importanti (tipo in Con Air), anche se la più memorabile rimane quella di Reggie, cattivissimo stand up comedian che se le prende di santa ragione ne “Il Professore Matto” (1996): a dargli una lezione è proprio il suo idolo Eddie Murphy.
Due anni dopo, la HBO gli chiede di registrare alcuni speciali, ma solo nel 2000 riesce a far andare in onda uno spettacolo lungo più di un’ora. Si tratta del “Dave Chappelle: Killin’ Them Softly”, seguito nel 2004 dal “Dave Chappelle: For What It’s Worth”.
Da questo momento, la sua avventura prende una piega un po’ strana: nel 2003, infatti, inizia ad occuparsi dello Chappelle’s Show, un programma televisivo fatto di sketch comici. Ad aiutarlo nell’impresa c’è anche Charlie Murphy, fratello di Eddie: i due mettono in piedi alcuni pezzi memorabili, imitando – in particolare – i cantanti Rick James e Prince.
Il successo, immediato, è travolgente: Prince, per niente infastidito, utilizza addirittura un’immagine di Chappelle in costume per la cover ufficiale del suo singolo “Breakfast can wait”.
Il mondo degli sketch, però, sembra stare stretto allo stand up comedian: quando lo incontra, la gente urla le sue catch phrases (una su tutte, “I’m Rick James, Bitch!”) non curandosi del contesto (in un’intervista, Chappelle disse che molto spesso i fan gli urlavano addosso anche in presenza di bambini e in situazioni assolutamente private) e, addirittura, interi spettacoli devono essere interrotti perché il pubblico non lo fa parlare.
Questo risvolto inaspettato fa terminare lo Chappelle’s Show nel 2006 e allontana Dave dal palco, seppur con brevi comparsate, almeno fino al 2013, anno in cui è tornato ad esibirsi con più costanza e più tranquillità.
Oggi, Dave Chappelle sfrutta i potenti mezzi di Netflix, pubblicando spettacoli registrati in passato e riproponendo i suoi pezzi migliori: lo scorso marzo, sono entrati nel catalogo due speciali mai visti prima, registrati nel 2015 e nel 2016.
Che lo stand up comedian stia meditando anche un ritorno alla televisione?
Stile e tematiche
Per quanto riguarda lo stile e le tematiche scelte per i suoi spettacoli, Chappelle conferma la sua vicinanza a Pryor e Murphy.
I suoi pezzi migliori riguardano razzismo, relazioni, uomini contro donne, politica, droga, morale e sesso: ogni gioco di parole, ogni osservazione viene lanciata al pubblico quasi con noncuranza, con uno stile molto rilassato, intervallato – a tratti – da momenti di vivacità e di riflessione.
La provocazione è sicuramente il suo forte, ma senza mai a scaldare troppo gli animi: l’obiettivo è, piuttosto, quello di fare un punto sulla situazione, mettere in luce aspetti che dovrebbero essere evidenti, rivelando l’assurdità di tante convinzioni.
Non mancano, poi, l’autocritica e l’autoironia, punti forti di quasi tutti i migliori professionisti del genere!
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